Appena terminato il tour dell’Alhambra all’interno del complesso dei Palacios Nazaries, uscendo dai tornelli ti troverai dal lato opposto rispetto all’entrata, precisamente di fronte al Palacio del Partal (o meglio, a quanto ne resta). Avrai ancora negli occhi la bellezza del Palacio de los Leones, ma le sorprese dell’Alhambra non finiscono qui: ecco cosa ti aspetta fuori dai palazzi dei Nasridi.
Indice
Palacio del Partal
Sei giunto ad ammirare El Partal, il più antico fra i palazzi dell’Alhambra, almeno fra quelli di cui una parte è ancora in piedi, risalente ai tempi del sultano Maometto III (1302-1309). Come noterai, la struttura è molto simile a quella già vista nel Palacio de Comares: una grande vasta rettangolare alla cui estremità si erge un portico d’accesso alla sala principale. Quest’ultima si trova sotto a quella che viene chiamata Torre de las damas (Torre delle signore).
Seppure non sia il palazzo più rilevante in termini di grandezza e di elementi decorativi, il Partal si conferma come uno dei più suggestivi di tutta l’Alhambra, per la posizione unica in cui si trova. Appoggiata alle mura esterne, sopra lo strapiombo del colle, è uno dei migliori punti d’osservazione per ammirare il Sacromonte: quello che è tutt’oggi il quartiere più particolare ed enigmatico della città di Granada. Non ti perderai sicuramente l’occasione di affacciarti dalle finestre della torre e di scattare qui una delle foto simbolo della tua visita alla Alhambra.
Una delle aree più meritevoli del complesso sono i giardini, frutto di uno sviluppo naturale in seguito ad una pianificazione paesaggistica e architettonica, iniziata negli anni ’30 del Novecento. Nella metà del secolo scorso, vennero completati gli espropri di piccole proprietà private esistenti in quest’area, che hanno gradualmente portato al completamento delle esplorazioni archeologiche. Negli anni si è così proceduto a ridare vita a questa zona integrando le piantagioni con gli elementi architettonici e i resti archeologici riaffiorati.
L’Oratorio e le Casette del Partal
Accanto al portico del Partal troviamo un piccolo edificio rettangolare, che per le sue decorazioni è stato attribuito all’epoca di Yusuf I. Si tratta di un oratorio, ben orientato con la sua Mihrab, la nicchia che indica la direzione in cui si trova la Mecca. La posizione sulle mura esterne doveva favorire la meditazione del sultano sulla natura, la creazione e la preghiera.
Vengono denominate Casitas del Partal le quattro piccole abitazioni – casa de Gonzàlez Pareja, casa de Villoslada, casa de los Balcones, casa de las Pinturas – che si vedono vicino al portico del Partal. Tutte a due piani, conservano al loro interno decorazioni in gesso e pitture murali. Secondo alcuni esperti, costituiscono l’unico esempio di pittura nasride nell’intero complesso monumentale, considerando che le pitture dei Palacios Nazaries sono opera di pittori cristiani.
Palacio de Yusuf III
Non resta moltissimo di questo palazzo che incontriamo percorrendo i giardini del Partal. La grande vasca è però la principale testimonianza della posizione del cortile centrale dell’edificio. In fondo al patio possiamo vedere il basamento di quella che era la residenza principale: una torre di fronte alla quale si trovava una galleria porticata. I resti trovati negli scavi hanno fatto attribuire a Yusuf III l’edificazione di questo palazzo – da qui il nome attribuitogli – ma potrebbe essere che quest’ultimo abbia modificato una costruzione precedente, attribuita al sultano Maometto II (1273-1302).
Rauda
Rauda significa cimitero. Nonostante non faccia parte dei due palazzi sopra descritti, è in quest’area e in questo tratto di visita che incontriamo questa struttura. È qui infatti, alle spalle del Palacio de los Leones, che la famiglia reale seppelliva i propri cari. A destare interesse, è però quella che viene denominata Puerta de la Rauda, per la sua vicinanza col cimitero. Questo edificio quadrangolare, con gli archi tipicamente arabeggianti, conserva al proprio interno una magnifica cupola con le tradizionali decorazioni di mattoni rossi e strisce bianche. L’edificio è aperto su tre fianchi con i grandi archi, mentre il quarto serve come porta di comunicazione col Palacios de los Leones, nel quale venne integrato nonostante sia di epoca precedente.
Paseo de las Torres
Dai resti del Palacio de Yusuf III, possiamo accedere a quello che viene definito Paseo de las Torres, ovvero il sentiero che ci permette di raggiungere le varie torri di guardia della fortezza. Facendo questa passeggiata possiamo godere di una delle migliori viste sulla tenuta del Generalife.
Sono quattro le torri principali che incontriamo:
- Torre de los Picos: realizzata a fine del XIII secolo o inizi del XIV, è così chiamata per i merli che ne ornano la cima. Era posta a difesa di una delle entrate della fortezza che comunicavano col Generalife. Il suo interno è diviso in tre parti che formano un complesso particolare, che ispirò Washington Irving nel descrivere Judìo Almamen, che si nascondeva da queste parti per cercare il modo di vendicarsi contro il seduttore di sua figlia.
- Torre de la Cautiva: si tratta in realtà di un misto fra una torre e un palazzo, caratterizzata dalle decorazioni in stile nasridi. La torre è dotata di un piccolo patio e di una stanza principale dove troviamo il più completo programma decorativo della Alhambra insieme alla sala del trono del Palacio de Comares.
- Torre de las Infantas. Simile alla precedente come struttura, anche qui troviamo un patio centrale, che un tempo era coperto da una cupola decorata con mocarabi, mentre adesso è protetto da un più moderno soffitto di legno. Questa torre è lo scenario della leggenda delle tre principesse (da qui il nome della torre) Zaida, Zorayda e Zorahaida, narrata sempre da Irving nei “Racconti della Alhambra”.
- Torre del Agua. Come si può intuire, è l’acqua a dare il nome a questa torre, così chiamata perché si trova nel punto in cui l’acquedotto proveniente dal Generalife entra nella Alhambra. È una delle torri più grandi di tutta la fortezza e venne distrutta dai bombardamenti dell’esercito napoleonico: rimase solo la base. Nel XX secolo, vennero ricostruiti i muri esterni. L’originale aveva tre piani ma, avendo fin dall’origine carattere puramente militare, non presentava decorazioni.
Dove dormire?
Nel nostro articolo su dove dormire a Granada troverai consigli sui vari hotel che si trovano sulla collina dell’Alhambra e sulle altre soluzioni disponibili in città.
Hotel sulla collina dell’Alhambra
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