Visita alla Cattedrale di Granada e alla Cappella Reale, simboli della Reconquista

La Catedral de la Encarnación di Granada (Cattedrale dell’Incarnazione) è l’edificio che più rappresenta la riconquista cattolica di Granada. Quando i re cattolici liberarono la città dai mori nel 1492, furono due i segni distintivi che vollero dare: l’utilizzo della Alhambra come proprio palazzo e la sostituzione della grande moschea con questa chiesa.

Con questo articolo vogliamo dare un aiuto concreto all’organizzazione della visita della Cattedrale di Granada e della Cappella Reale, due monumenti di cui vale la pena conoscere la storia e le caratteristiche.

Perché e come visitare la cattedrale di Granada

Granada, lo avrai già capito, è una delle città al mondo dove diverse culture si sono alternate e intrecciate, in alcuni casi pacificamente, in molti altri con guerre sanguinose. Una delle caratteristiche principali a denotare le differenze fra i popoli che si sono litigati la città è la religione.

La cattedrale di Granada non è solo una chiesa, è un simbolo della forza di un popolo sull’altro, segno della supremazia concessa da Dio su questo territorio. Anche questo concetto ha portato a pensarne l’architettura e ad arricchirla con numerosi tesori.

Come arrivare

La facciata principale della chiesa si trova in Plaza de las Pasiegas, e proprio da qui si entra. Granada ha perso nei secoli la sua grandezza in termini di popolazione, e ora si gira tutta comodamente a piedi, quindi non avrai problemi a individuare questo monumento, come la gran parte dei luoghi d’interesse in città. In Gran Vìa de Colòn, nei pressi della piazza, si fermano gli autobus C1, 111, LAC, che possono esserti utili se pernotti fuori dal centro storico e vuoi arrivare rapidamente qui.

cattedrale di granada cappella reale

Prezzi dei biglietti

Il biglietto di ingresso ha i seguenti prezzi:

  • Intero: 6 euro (audioguida inclusa)
  • Ridotto per studenti fino a 25 anni e persone con disabilità: 4,5 euro (audioguida inclusa)
  • Bambini fino a 12 anni e disabili: Gratuito
  • Gruppi: 5 euro (audioguida inclusa)

Ogni martedì, dalle 15:15 alle 17, l’entrata è gratuita per tutti. È però necessario prenotare l’ingresso a questa pagina del sito dell’Arcidiocesi di Granada.

Orari di apertura della Cattedrale

La cattedrale è aperta alle visite nei seguenti orari:

  • Da lunedì a sabato: dalle 10 alle 18.30
  • Domenica e festivi: dalle 15 alle 18

Cenni storici

È il progetto di città imperiale dell’imperatore Carlo I a dare senso alla cattedrale granadina. Il 21 maggio 1492 inizia così la storia della chiesa, con la fondazione del capitolo della cattedrale. Inizialmente la sede fu la moschea reale della Alhambra, ma a gennaio 1493 Hernando de Talavera fu nominato primo arcivescovo di Granada e nell’ottobre 1494 il duomo iniziò una serie di trasferimenti: al tempio di Santa Maria nel Realejo prima, a San Francisco poi, fino allo spostamento definitivo che avvenne solo nel 1502.

Nonostante la volontà della regina Isabella, l’antica moschea non venne ritenuta adatta come sede della cattedrale e si scelse di costruire un nuovo grande tempio qui, nel centro cittadino, iniziando con la Cappella Reale di Granada.

L’esterno della cattedrale

Come accennavo, questa chiesa ha un’importanza simbolica oltre che puramente religiosa ed artistico architettonica. Vederla nel suo contesto urbano è fondamentale. L’imponenza dell’edificio (115 x 65 metri di pianta) colpisce per come si piazza in mezzo alla città: pare che muovendosi per il centro ogni strada riporti qui, e che non sia isolata, ma collegata agli edifici circostanti. In un certo modo è così. È stata pensata come un complesso monumentale che oltre alla Cappella Reale comprende la Lonja, la parrocchia del Sagrario, il collegio di San Fernando e varie case e dipendenze.

catedral encarnacion granada

A fianco, troviamo il palazzo arcivescovile e l’importante edificio dove ebbe sede la prima università cristiana di Granada, divenuto poi dal 1769 Curia Ecclesiastica e oggi Centro Cultural Nuevo Inicio. Ma a colpire maggiormente è il quartiere dove si colloca la chiesa: le vie circostanti erano quelle dei mestieri tradizionali e dei mercati, qui si lavorava e si commerciava. Era quindi la parte più viva della città, scelta non a caso come luogo definitivo dove porre il tempio principale.

Il mio consiglio è quello di partire da Plaza de las Pasiegas per vedere la facciata, spostandosi poi sulla sinistra per ammirare il campanile e continuando in via Carcel Baja per vedere le porte di San Jerònimo e del Perdòn. Arrivati in Placeta de Diego Siloe, si potrà infine vedere la Torre del Reloj e la Puerta del Ecce Homo.

La facciata e le torri

Come accennavo, siamo nel quartiere dei mestieri. Plaza de las Pasiegas deve il suo nome alle ditte venditrici di tessuti. La monumentale facciata barocca che domina la piazza ha due caratteristiche importanti: la sua architettura e decorazione e, soprattutto, il suo programma iconografico. Entrambi gli aspetti sono fortemente legati alle decorazioni interne e al simbolismo della luce.

Secondo il progetto di Siloe, la facciata rinascimentale era fiancheggiata da due imponenti torri di 81 metri, progettate con tre corpi quadrati sormontati da una stanza ottagonale. Per vari motivi, la torre di destra non venne mai edificata e quella di sinistra venne completata con un’altezza di 57 metri. Sebbene più basso dell’idea originaria, il Campanile è pur sempre un grande esempio delle novità architettoniche del 1500, con una verticalità predominante e la fusione di stili differenti. Architettonicamente, il primo corpo è di ordine dorico: ha pilastri con nicchie e grandi archi. Il secondo, di ordine ionico, presenta doppi pilastri ed archi con coperture semplici e aggraziate. Il terzo è di ordine corinzio e le sue colonne cominciano con un grande arco che a sua volta ospita gruppi  di tre archi per il posizionamento delle campane.

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Molto più semplice e piccola del campanile principale, la Torre del Reloj si trova sulla parte posteriore della chiesa, accanto alla cupola. Ha due campane, una sopra e una sotto: quella alta per le ore, quella bassa per i quarti.

I tesori che contienegranada cattedrale

La prima cosa da vedere entrando è la cappella maggiore, che è anche il centro dell’architettura della chiesa: qui in origine doveva trovare sepoltura il sovrano e qui il visitatore è accompagnato entrando in chiesa. Questo spazio cominciò a prendere forma nel 1528 con il progetto Alba-Siloe ed è unico tra tutte le cattedrali spagnole per la sua iconografia.

Prima di arrivarci, però, troviamo due altari. L’Altar del Santo Cristo è celebre per la sua pala dipinta con opere dei discepoli di Cano Pedro Atanasio Bocanegra e Juan de Sevilla. Di quest’ultimo, il dipinto della flagellazione di Gesù è stimato come uno dei migliori dipinti dell’Andalusia. Gli stessi due artisti hanno decorato l’Altar de San Bernardo. Qui è forse più rilevante l’opera di Bocanegra, l’Allattamento della Vergine: un’esplosione cromatica, un’esposizione di tutte le capacità dell’artista. Con questi due altari troviamo i primi accenni al concetto della ‘salvezza’, che poi si svilupperà con le opere della Cappella Maggiore.

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La Cappella Maggiore, da non confondersi con la Cappella Reale, è il punto focale della cattedrale, che ispira armonia, risultante dal lavoro con materiali diversi, dall’incontro di differenti stili e contributi storici. Qui Siloe tenta di copiare il Santo Sepolcro di Gerusalemme e lo fa con tratti distintivi della tradizione architettonica europea.

Dipinti e arte sacra

La cattedrale di Granada ha un ricchissimo patrimonio pittorico, distribuito nella Cappella Maggiore e nel frontone occidentale, nelle cappelle laterali e sugli altari perimetrali, oltre a quelle conservate nel museo cattedralizio. Il dipinto più antico contenuto nel tempio è la Virgen del Pòpolo, regalo di Papa Innocenzo VIII alla regina Isabella. Sono poi conservati in questa chiesa esempi di pittura fiamminga, italiana e spagnola.

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Nel museo, invece, il quadro più antico e famoso è la Virgen con el Niño, il cui autore è sconosciuto e che alcuni attribuiscono addirittura a Leonardo da Vinci. Purtroppo, la tela si trova in pessimo stato e ha dovuto passare numerosi restauri. Virgen con el Niño dormido è invece un quadro di Giovanni Battista Salvi, conosciuto come Il Sassoferrato. La Inmaculada Concepción de María di Juan Sánchez Cotán, la Virgen de la leche di Francisco Pacheco (maestro di Velazques e Cano) sono altri quadri d’interesse. Quest’ultimo, conosciuto anche come La Vergine di Betlemme, risponde al frequente tema iconografico di Maria nell’atto di allattare Gesù bambino. A circondare Maria, un gruppo di dieci angeli: cinque suonano strumenti musicali, e altri che cantano con un libro aperto fra le mani. Nell’angolo in alto a destra, un angelo bambino vestito di bianco completa la scena materna.

Le sculture
Le sculture della cattedrale sono principalmente in legno, e rappresentano al meglio la scuola barocca granadina. Alonso Cano è sicuramente l’artista granadino più importante, che qui ha dato espressione del suo talento come scultore oltre che come architetto e pittore. Nella cattedrale sono conservate cinque sue grandi opere scultoree: l’Immacolata concezione, Busti di Adamo ed Eva, Vergine di Betlemme, Busto di San Paolo. Al suo fianco, sono da citare Pedro de Mena e Torcuato Ruiz del Peral.

La Capilla Real: il mausoleo dei re cattolici

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Accanto alla Cattedrale, sorge la Cappella Reale. È qui che sono conservate le spoglie dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella, ma anche quelle di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza. Nel 1506 i due sovrani ordinarono l’edificazione, insieme alla cattedrale, di questo mausoleo per potervi riposare dopo la morte.

La Capilla Real è adiacente alla cattedrale, non ne fa parte, ma al contempo ne incarna la grandezza attraverso la sua architettura con la cupola e le vetrate, le sculture e i dipinti di Alonso Cano. A meritare il più grande interesse sono forse i portali. Le tre porte dell’Ecce Homo, di San Girolamo e del Perdono.

All’interno, a fianco delle opere d’arte espressione del talento pittorico in particolare di Alonso Cano, il luogo di maggior interesse è il mausoleo. Opera dello scultore fiorentino Domenico Fancelli, le figure dei due sovrani sono rappresentate sdraiate. Il re è caratterizzato da una connotazione militare: armatura completa e mantello, le mani sulla spada. La regina è rappresentata con semplicità, con le mani dolcemente appoggiate al corpo, che tramette umiltà e onestà: le virtù che le vennero associate in vita. Ai piedi dei sovrani, due leoni, simbolo di regalità e vigilanza. Ai lati del letto, invece, quattro tondi rappresentanti il battesimo di Cristo, la risurrezione, san Giorgio col drago e San Giacomo.

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Orari e prezzi della Cappella Reale di Granada

La Cappella Reale è visitabile dal lunedì al sabato dalle 10.15 alle 18.30; domeniche e festivi dalle 11 alle 18. Le tariffe d’ingresso sono le seguenti:

  • Intero: 6 euro (audioguida inclusa)
  • Ridotto per studenti fino a 25 anni e persone con disabilità: 4,5 euro (audioguida inclusa)
  • Bambini fino a 12 anni e disabili: Gratuito

Il mercoledì sono previsti alcuni ingressi gratuiti per tutti. È però necessario prenotare in anticipo a questa pagina dell’Arcidiocesi di Granada.

Tour guidato alla cattedrale e alla Capilla Real

Per chi vuole visitare i due edifici con il supporto di una guida turistica, segnalo un tour della durata di 2 ore che, ovviamente, comprende nel prezzo anche il biglietto d’ingresso. Al link sottostante puoi leggere tutti i dettagli del tour.

Visita guidata della Cattedrale e della Capilla Real

Dove dormire

Se cerchi un alloggio vicino alla cattedrale significa che hai scelto di dormire nel centro di Granada, la posizione ideale per muoverti a piedi in città. Apri il link sottostante per vedere quali hotel sono disponibili in questa zona, e quali vantaggi o svantaggi puoi avere a pernottare in questo quartiere rispetto a quelli circostanti, confrontandoti anche con il nostro articolo cosa vedere a Granada.

Consigli per il pernottamento in centro

Autore: Andrea Cuminatto

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Ho vissuto un periodo in Spagna (Madrid e Granada) e girato quasi tutta l'Europa zaino in spalla. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita ne racconto qualcosa anche sul mio blog